Oratorio di San Pellegrino : la Cappella Sistina d’Abruzzo-UNESCO
Oratorio di San Pellegrino : fuori una piccola chiesetta di campagna; dentro la Cappella Sistina d’Abruzzo.
La ricchezza è dentro la semplicità.
Il piccolo Oratorio di San Pellegrino, sembra trasmettere proprio questo messaggio non appena al suo interno si scorge la grande complessità pittorica contrastante con la semplicità esterna.
Domina l’Altopiano di Navelli, tra i monti di Bominaco (AQ), nella frazione Caporciano ed è ciò che resta di un complesso monastico medievale che comprendeva anche un castello e la Chiesa di Santa Maria Assunta.
Tutto l’edificio poggia su roccia viva ed è un unico ambiente grande circa 110 mq.
L’Oratorio di San Pellegrino è una piccola cappella completamente affrescata, un capolavoro assoluto che viene paragonato alla Cappella sistina per la complessità pittorica e alla Cappella degli Scrovegni di Padova per le dimensioni. E’ Patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1996.
E’composta da un’unica navata allungata senza abside coperta da una volta a botte a sesto acuto. La navata è divisa in quattro campate da archi ogivali che poggiano su sottili pilastri.
Vi si accede dai due lati principali o lateralmente. L’ingresso anteriore riservato ai fedeli è preceduto da un piccolo porticato a tre colonne che poggiano su un muretto spoglio e sopra c’è un rosone non lavorato che serve a dare luce all’interno.
L’ingresso sul prospetto posteriore è riservato ai religiosi. E’ posto un pò più in alto dato il dislivello del terreno roccioso su cui sorge l’edificio.
Qui il rosone è lavorato e sopra ha una incisione che determina l’anno di costruzione il 1263 e il committente, l’abate Teodino:
H DOMUS A REGE CARULO FUIT EDIFICATA ADQ P ABATEM TEODINUM START RENOVATA CURREBA…..NNI DNI TUNC MILLE CC ET SEXAGINTA TRES LECTO…….DICITO GENT….
Le pareti e le volte sono interamente affrescate con episodi tratti dal Vangelo: l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale e alcuni episodi della vita di San Pellegrino.
Tra gli affreschi si può ammirare uno dei più antichi calendari monastici con le personificazioni dei mesi, i segni zodiacali e le fasi lunari. Sotto piccole arcate trilobate, è rappresentata
l’allegoria dei Dodici Mesi. Oltre ai segni dello zodiaco, appaiono le singole festività. A tutti gli effetti il Calendario di Bominaco è tra i conservati, giunti fino a noi.
Lo spazio destinato ai fedeli è diviso da quello sacro da due grandi plutei decorati a bassorilievo. Su di essi sono rappresentati un drago alato e un grifo nell’atto di abbeverarsi ad un calice.
Chi entra nel piccolo edificio non può che restare incantato davanti alla ricchezza della decorazione e della luce emanata dalle singole scene.